martedì 26 maggio 2015

Trame e opinioni: Al di là del dovere di Laura Bellinzoni

Titolo: Al di là del dovere
Autore: Laura Bellinzoni
Casa editrice: Narcissus
Pag.: 245
Costo: 4,49














Trama
Una splendida giornata di primavera, un borgo incantato ma il cuore della giovane Linda è in subbuglio: da un lato c'è il dolore per la perdita dell'amato nonno Gianni, dall'altro l'emozione pungente di conoscere finalmente zio Paul, il primo figlio di Gianni partito per l'Inghilterra prima che lei nascesse senza più fare ritorno a casa. Solo lei sembra felice di questo arrivo che porterà scompiglio in una famiglia già spezzata facendo riemergere dolori e verità nascoste. La convivenza quotidiana con quello che per lei in fondo è uno sconosciuto aiuterà Linda a fare i conti con le sue paure più profonde e le darà il coraggio di abbandonarsi ad una storia d'amore come mai nessuno si aspetterebbe di viverne una uguale.


Il commento di Chiara
Ah lo zio d’America! 
O in questo caso di Londra. 
Chi non ha mai sognato di avere uno zio, anzi uno "ziastro" che torna al paesello e ci migliora la vita? 
E’ quello che succede a Linda quando lo zio Paul irrompe nella sua vita, anche se in un momento di tristezza, e l'aiuta a superare tutto, paure, incertezze, incomprensioni e a buttarsi nella vita, ad osare.

“Sin dalla più tenera età le era stato insegnato che sono gli altri a fare di noi quello che siamo”

Questo libro non mi è piaciuto. La trama e l’ambientazione, un paesino piccolo dove la gente mormora mi sono piaciuti abbastanza, è il modo di scrivere dell’autrice che non è ideale per me. Devo fare una piccola premessa: io non sopporto i personaggi lagnosi. In questo libro sono tutti così, a cominciare da Linda, la protagonista, si lamenta di tutto: del lavoro, della madre, del padre, del capufficio (qui anche con ragione), della sua vita misera e limitata al borgo. Nulla va mai bene. 
Muore il nonno e lei sta male per pagine e pagine. Ho perso anche io i nonni, so che fa male, anzi malissimo, ma qui è portato all’estremo, come se si trattasse di un dolore incurabile, di una perdita inimmaginabile. Secondo me l’autrice si è dilungata troppo su ogni cosa, dalle spiegazioni della famiglia disastrata, al lavoro, ma soprattutto alle insoddisfazioni di Linda. E’ tutto troppo spiegato e ripetuto più volte, mi sono annoiata. 
Mi dispiace perché non ho trovato errori e il linguaggio utilizzato è semplice mai banale, ma proprio non è mai riuscita in tutto il libro a catturare il mio interesse, neanche nella parte finale dove c’è un po’ di azione.

“L’ironia, 
amica insostituibile che ti viene in soccorso quando ormai non sembrano più esserci vie d’uscita”

Io credo che l’autrice (mio parere personale), debba solo decidere bene cosa comunicare con il libro e puntare a non spiegare tutto più e più volte, ma far avere al lettore un’opinione propria dei personaggi, mentre in questo libro ogni cosa è già detta (e ripetuta) e non ti è permesso avere un’idea o preferire un personaggio ad un altro. 

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