mercoledì 7 ottobre 2015

Trame e opinioni: 9 giorni di Gilly Macmillan

Titolo: 9 giorni
Autore: Gilly Macmillan
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 416
Costo: 4,99 ebook, 12,00 cartaceo













Trama
Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia. Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo. È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata. Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media, Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia. E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi. Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso. E tu, da che parte starai?

e mezzo

Il commento di Chiara

Una paura tremenda mi stava crescendo dentro, come un tumore; 
era un pensiero che non volevo contemplare.

Nove giorni è la durata del rapimento del piccolo Ben di otto anni. Una domenica pomeriggio, durante una passeggiata in un bosco, in compagnia della madre e del cane, scompare. Di lui rimangono solo i vestiti abbandonati vicino all’ultimo posto visto.

Intorno a me, ovunque, pareva crescere il silenzio, l’assenza di Ben. 
Era ostile come il furtivo diffondersi di un cancro.

Sarà perché sono madre (di un bambino della stessa età che cerca anche lui indipendenza), ma questo libro per me è stato agghiacciante. E’ inimmaginabile pensare cosa può provare la protagonista, Rachel, madre di Ben, in quel frangente. E’ una donna sola. Lasciata dal marito un anno prima per una ragazza più giovane, cerca di non soffrire per quell’abbandono e di dedicare il tempo necessario al figlio. Una mamma normale, un contesto ordinario. Non crede che qualcosa di così brutto e assurdo possa capitare proprio a lei. Dopo una serie di eventi i media si accaniscono contro di lei, contro il suo non essere stata in grado di proteggerlo a dovere, contro il suo essere una Pessima Madre.

Dovevo mettere in discussione tutto il mio approccio alla vita.
Avevo creduto alle lusinghe della società civilizzata, alla bugia che ci vendono quotidianamente, che la vita sia fondamentalmente bella e che la violenza colpisca solo coloro che in qualche modo la legittimano, che corroda solo i trofei già anneriti e consunti.

E’ narrato in prima persona con i punti di vista alternati di Rachel e dell’ispettore incaricato di seguire il caso, Jim Clemo. E’ scritto come un resoconto, fatto un anno dopo, con allegati intervallati da stralci di post di blog, verbali di polizia e trascrizioni di una psicologa. Detta così sembra molto confuso, invece io l’ho trovato ben delineato, sempre ben specificato. Non crea confusione sul periodo di narrazione né sul soggetto. Il punto di vista alternato in prima persona permette di identificarsi molto con i protagonisti (io ovviamente molto di più con la madre) e anche di conoscere la storia. I personaggi sono ben caratterizzati, senza descrizioni eccessive. E’ tutto molto documentato senza essere noioso.

Inutile cercare di dargli una spiegazione. Troppo tardi. 
Era un rimorso che avrei avuto per sempre.

Mi ha colpita molto, perché fa riflettere. 
Conosciamo veramente chi ci sta accanto?
 E di fronte ad una tragedia, come reagirebbero le persone a noi care? 
In questo libro ci sono tutti i casi: chi sta vicino e prende in mano la situazione (la sorella), chi non ce la fa ad affrontare un simile dolore e impatto mediatico (l’amica). Chi non dovrebbe farsi un’opinione e rimanere neutrale ma si lascia travolgere, chi si sente impotente. La cosa che mi ha colpito di più, però, è la rappresentazione dei media. Come si tuffano sulle pedine travolgendole per lo scoop. E come una società multimediale abbia il potere di ingigantire il tutto fino a non riuscire più a contenerlo. E’ lo stesso di quando succede un incidente: tutti guardano e devono esprimere la propria opinione. Viene da affermare che sia profondamente sbagliato, ma si fa lo stesso.
Lo stile è molto preciso e scorrevole e io ho provato un’empatia profonda con Rachel. E ammetto che il finale mi ha sorpresa. 
Un thriller psicologico e moderno, con protagonisti molto veri e umani.

Nei miei occhi c’era un guizzo di paura e anche qualcos’altro: 
disperazione, e una scintilla di follia.

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