martedì 26 settembre 2017

Rubriche: Le interviste di Iaia. Il commissario Mariani di Maria Masella

Salve lettori, prima di presentarvi la recensione di Iaia, mi è sembrato giusto conoscere un po' da vicino questa autrice che a mio parere considero non solo brava ma soprattutto poliedrica. Il districarsi da un genere all'altro mi ha sempre affascinata, ecco perché ho colto l'occasione di chiedere a Iaia, la possibilità di intervistare Maria Masella. 

Non mi dilungherò io, per non togliere spazio, sia a Iaia che alla stessa autrice, ma credo sia giusto che qualora vi sia sembrato interessante ciò che abbiamo pubblicato, e vogliate conoscere meglio la signora Masella, vi facciate un giro sul suo sito.













Ma ora veniamo a noi, e alla recensione che Iaia ha scritto, avendo letto l'intera serie, non mi sembra il caso di puntualizzare come sono solita fare, su ogni titolo, la trama, proprio perché Iaia ci parla delle sensazioni, motivazioni, opinioni, di una lettura complessiva, come lei stessa specifica a inizio recensione.


Il pensiero di Iaia
Ho letto il ciclo Mariani. 
Sono 17 libri e un altro uscirà a ottobre. 
Non posso certo dare un'opinione su ogni singolo noir, perché rischierei di ripetermi. 
Cosa dire di questa autrice così in gamba? Avevo nel mio kindle molti libri della serie e li avevo comprati man mano che si presentavano al pubblico, ma qualcuno mi mancava e prima di acquistarli ho voluto verificare se valesse la pena completare la serie. Così, circa un mese fa, ho aperto il mio lettore digitale e ho iniziato a leggere il primo. Dire che mi sono sentita attirata dalle storie di questo commissario di polizia è inesatto. Ero proprio dentro la Questura di Genova con gli ispettori che affiancavano Mariani. A parte la risoluzione dei casi di omicidio, ciò che mi ha colpito molto è il personaggio. Un bell'uomo, che ricorda l'attore Antonio Banderas, alto, m.1,89, un essere pensante non sempre ben visto dai colleghi e dai suoi superiori. Ha un modo di fare atipico. Non è mai in giacca e cravatta, non rispetta sempre quelle regole che il questore o vice questore pretendono e poi vuole scoprire la verità a fondo. Potrebbe mandare i suoi sottoposti a fare le ricerche sul campo, invece vuole sempre essere presente sul luogo del delitto, odia le scartoffie e vuole vedere e cercare di persona cosa c'è nella vita di chi è stato ucciso. E scava, scava sempre fino a che trova la verità, scontrandosi con chi, invece, vorrebbe la soluzione più facile, anche arrestando persone che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato.
E' sposato con Francesca Lucas, ha due figlie Manu e Ludo, poi c'è la mamma, Emma che vive da sola, ex ragazzina partigiana molto legata a Fran e che spesso accompagna nei viaggi di lavoro della nuora per badare alle piccole. Il suo matrimonio ha avuto alti e bassi. Anche qualche tradimento da parte sua, ma è innamorato della moglie in modo profondo. Le sue intemperanze le ha compiute nei primi anni di convivenza, poi si è calmato e se Francesca, donna forte, dinamica, con un lavoro molto faticoso, deve allontanarsi per andare in un'altra città per alcuni giorni, quasi sempre si porta le bambine. Il ritrovarsi solo a casa lo angoscia, sente la mancanza delle sue "donne" e si accorge sempre di più di quanto ami Francesca. Loro due non sono fatti per le smancerie. La frase romantica che ricorre quando si sentono al telefono è composta da due parole: mi manchi.
Mariani è un uomo che mi piace molto, me ne sono quasi innamorata, anche per i suoi difetti. Quando deve risolvere un caso, lo vive e si porta il lavoro a casa chiedendo consigli alla moglie che è pronta ad ascoltarlo e a dargli la sua opinione. Francesca è una donna tosta ed è anche lei profondamente innamorata di Mariani, ma è anche capace di mandarlo al diavolo quando il suo comportamento non è corretto. E Mariani sa che con lei deve essere sempre sincero e ogni tanto pensa: "Fran perdona, ma non dimentica".
Una bellissima coppia, perché uno non travalica l'altra e trovano un momento di relax, dopo che le figlie sono andate a letto, quando si ritrovano sul terrazzino seduti per terra a fumarsi una sigaretta.
Personaggi bellissimi, anche quelli di contorno, ben delineati nelle loro peculiarità e facendo risaltare le sfaccettature che hanno gli esseri umani. Tutti i casi di omicidio si svolgono a Genova e dintorni e mi sono ripromessa di andare a osservare la mappa di questa città per "vedere" le strade nominate dalla Masella che, essendo la sua città, ama e, secondo me, a volte, odia, come ogni persona ama e odia il proprio paese, specialmente quando si parla di traffico e dei palazzoni costruiti dove prima c'era verde e panorami mozzafiato.
Consiglio di leggere Mariani, perché trova sia il noir, a chi piace, sia l'essere umano che sa fare bene il suo mestiere, ma che è anche preso dai timori, sensazioni, affetti, preoccupazioni che noi tutti abbiamo giorno per giorno. E la Masella sa farlo con maestria. Ho anche molto apprezzato alcune frasi in genovese (tradotte) che ho sottolineato.
Se prima conoscevo la scrittrice come autrice di romanzi rosa, ora conosco la prof. come scrittrice di gialli. E' bravissima e attendo il prossimo, non vedo l'ora di leggerlo.

Serie Mariani
1) Primo (prequel)
2) Morte a domicilio
3) Il dubbio
4) La segreta causa
5) Il cartomante di Via Venti
6) Giorni contati
7) Il caso cuorenero
8) Io so. L'enigma di Mariani
9) Ultima chiamata per Mariani
10) Mariani e il caso irrisolto
11) Recita per Mariani
12) Celtique. Il passato ritorna
13) Mariani allo specchio
14) Mariani e le mezze verità
15) Mariani e le porte chiuse. Indagine a Campopisano
16) Testimone (racconti)
17) Mariani e il peso della colpa

Intervista a Maria Masella, a cura di Iaia:
Da quando ho iniziato a leggere la serie Mariani ho scoperto il mondo professionale e privato del Commissario, un uomo che mi è piaciuto moltissimo.
Ho chiesto all'autrice di poter rivolgerle alcune domande su questo personaggio e gentilmente e velocemente mi ha risposto.
Chi leggerà questa breve intervista ed è curiosa di sapere qualcosa in più, potrà andare nel sito dell'autrice e troverà alcune curiosità tra cui uno stralcio dell'incontro tra Antonio Mariani e Francesca Lucas che fa capire quanto questi due personaggi fantastici stiano bene insieme.

 - Come e perché è nato il Commissario?
Quando ho scritto il primo della serie, Morte a domicilio, la costruzione di un personaggio non era nei miei programmi. Volevo scrivere una storia con un assassino seriale che colpisce sempre più vicino a un investigatore e vuole essere trovato, ma dopo aver compiuto la sua vendetta. Quindi Mariani è stato modellato perché fosse funzionale a questa vicenda: si spiegano i passati tradimenti, i rapporti difficili con la moglie, una figlia piccola. Non avevo progettato di scriverne altri. Poi una rivista mi ha chiesto un racconto, perché ero in giuria e volevano fare un’antologia dei racconti migliori. Ho mandato Antonio in montagna con Manu. Ed è nato Aspetto, che trovate nella raccolta Testimone. Scrivendolo mi sono accorta delle potenzialità del personaggio: ho scritto Il dubbio. Non mi sono più fermata e, storia dopo storia, il personaggio ha acquistato carne e profondità. Dopo sei romanzi, mi sono fermata e ho scritto il prequel, Primo. Ormai lo conoscevo abbastanza da poter raccontare come aveva cominciato e come aveva conosciuto Francesca. E’ stato abbastanza complesso, perché ho dovuto ringiovanirlo e non scrivere dettagli poco coerenti con quello che avevo già raccontato. Quindi il Commissario è nato per caso.
- Come sono nate le sue caratteristiche fisiche e caratteriali?
Caratteristiche fisiche? Mi piacciono gli uomini non magri e di colori “mediterranei”. In realtà non lo descrivo. Parla in prima persona, non si descrive. Carattere? In un aspetto mi somiglia purtroppo: è lunatico. Però ama il suo lavoro. Non è uno che si arrende.
- Francesca, la moglie, è stata una conseguenza o c'è un altro motivo?
Anche Fran è nata per caso. No, per necessità. In tutte le storie Antonio è io narrante, avevo la necessità di mettergli accanto qualcuno con cui parlare. Perché una moglie? Perché è un uomo comune, non un supereroe. E nel primo romanzo doveva esserci un aggancio con la sua vita privata. Inoltre non sapevo come si svolge un’indagine… Poteva comunicare i risultati a Fran senza dover spiegare come erano stati ottenuti. E Torrazzi? Non ho mai letto un’autopsia! Ed è nato Torrazzi che le scrive così male che deve raccontare a voce ad Antonio, “con parole semplici”. Tornando a Fran, l’ho voluta intelligente e di carattere. Non sopporto le oche e le gattemorte. E realizzata nel lavoro. Bella? E’ lui che la dice bella… forse è una come tante.
- Come fai a dividerti tra noir e romance?
Mi piace inventare storie, mi piace scriverle. A volte nasce un romance, altre un noir. Una storia è una storia. Tutte richiedono fantasia, lavoro, fatica. Non tutte riescono bene come vorremmo. D’altra parte anche molti Grandi Scrittori almeno una quasi schifezzina l’hanno scritta!
- Ti è mai capitato che mentre stai scrivendo un romance ti brilli un'idea per un nuovo noir o viceversa?
Quasi sempre mentre scrivo una storia arrivano idee per altre. Capita che trovino la via per essere scritte. Alcune volte restano latenti per anni, disturbano anche un po’.
- La scrittura per te è molto importante. Come reagisci in un momento di crisi di idee o di apatia? Aspetti che il brutto periodo vada via o ti guardi intorno alla ricerca di uno stimolo?
Crisi di idee? Il mio è il problema contrario. A volte arrivano in tante contemporaneamente e si soffocano a vicenda. Apatia? Ho, come tutti, i miei momenti di apatia, ma non sono legati alla scrittura. Il mio reale problema con la scrittura sono quei giorni in cui so benissimo cosa voglio scrivere ma appena lo metto sulla carta (veramente sul pc) e lo rileggo mi sembra piatto, insulso. Ho bisogno di staccare la spina per un giorno, sono in overdose. Se continua, allora abbandono quella storia e passo a un’altra, anche soltanto un racconto breve, per sbloccarmi.
 -A ottobre ci sarà un nuovo noir con Mariani. Hai mai pensato di mandarlo in pensione (come personaggio e non come Commissario)? Se sì, riusciranno mai Fran e Anto a dirsi "ti amo"?)
Ho cercato di ucciderlo più volte. Ma arriva sempre una nuova storia. Quello del “ti amo” è un discorso molto personale. L’amore si dimostra, chi lo dice a raffica spesso non lo prova. Fran e Anto sono due adulti, nessuno dei due ha bisogno di dare e ricevere le rassicurazioni tipiche degli adolescenti. Si dicono “ti amo” ascoltandosi, fumando una sigaretta un po’ per uno, sopportandosi anche. E facendo all’amore.




Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...