sabato 7 aprile 2018

Blogtour: L'ottava confraternita di Alessia Racci Chini


Ho aderito con piacere a questo Blog Tour, per due motivi: mi piaceva la trama del romanzo (forse perché sulla quarta di copertina era nominato Harry Potter, mio grande amore) e poi era organizzato in una modalità “nuova” per me, cioè con la presentazione di un aspetto del romanzo, senza però essere una recensione (quella ve la presenterò tra qualche giorno). 
Io ho scelto di partecipare con questo tema: Un giorno da fantasma

Titolo: L'ottava confraternita
Autore: Alessia Ricci Chini
Casa editrice: Fanucci
Pag.: 416
Costo: 14,90


TRAMA: In un paesino delle Alpi italiane, sul confine italo-franco-svizzero, sorge ciò che rimane del Grand Hotel Bluemillion. Abbandonato da più di trent'anni, l'imponente rudere del lussuoso hotel è adesso infestato dalle anime di coloro che nelle sue sale hanno trascorso i momenti più felici della propria esistenza terrena. Da troppo tempo, le giornate dei fantasmi del Bluemillion scorrono tutte uguali, polverose e monotone, finché la Scuola Anti Mistero non decide di stabilire proprio lì la sua sede. Con l'arrivo dei professori e degli alunni della S.A.M., gli ambienti del Grand Hotel ritornano agli antichi splendori, eppure i fantasmi non sono per niente felici del cambiamento e dichiarano guerra ai nuovi arrivati. Ma quando il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti cade, e i due mondi riescono finalmente a incontrarsi, le cose prendono una piega inaspettata. La curiosità spinge fantasmi e giovani medium a oltrepassare barriere e timori, dando il via a piccole rivoluzioni. Un gruppo di studenti in particolare, l'Ottava confraternita, sfiderà le regole consolidate della scuola, costringendo gli stessi professori a mettere in dubbio false certezze e a fare i conti con inconfessabili paure... In regalo il Quaderno dei nomi, uno strumento indispensabile per scoprire la Scuola Anti Mistero e diventare un vero cacciatore di fantasmi! Età di lettura: da 10 anni.



Erano passati più di trent’anni da quando il vecchio Grand Hotel Bluemillion aveva chiuso i battenti. […] La verità era quindi che, da moltissimi anni, nessuno entrava più tra quelle mura piene di crepe e il Grand Hotel sembrava dimenticato da tutti.

Sì, dimenticato da tutti ma non da noi, noi ci abitavamo in questo luogo. Era il nostro rifugio, da sempre… certo non è che facessimo granché, ci limitavamo a vagare per le vecchie stanze polverose e per i giardini lasciati incolti… io amavo passeggiare tra i vialetti del giardino, mi piaceva ripensare a quando lo facevo alla ricerca di un posto tranquillo dove leggere. Non c’era molto da fare… quando sei un fantasma, non mangi, non dormi, non senti caldo o freddo, non puoi toccare niente… non ti rimane che vagare tra i ricordi o parlare con gli altri fantasmi. Beh, su questo non ero stata molto fortunata, i miei compagni di giornate non erano una buona compagnia. Erano molto arrabbiati, tutti… non erano felici di essere dei fantasmi… io… o beh, io non ero felice, certo chi è che sarebbe felice di questa vita a metà, ma cosa posso farci? Ormai ero morta!
Come dicevo, piuttosto che parlare con quei vecchi musoni preferivo vagare, sperando che prima o poi qualcosa di diverso potesse accadere… Mentre mi esercitavo a “svaporare”, mi lasciavo avvolgere dalle canzoncine della signorina Loopidoo. Lei era simpatica, sempre un po’ svampita, persa ancora nella sua vita da soubrette. Tutti la punzecchiavano sempre, specie Madame Bo. Non faceva altro che ribattere ad ogni cosa che quella giovinetta diceva… certo la signorina Loopidoo non aveva mai brillato per la sua intelligenza, ma era meno fastidiosa degli altri. La duchessa De Phantome risolveva sempre ogni battibecco con una partita a carte, ma giocare all’infinito diventava noioso… l’unico che si sacrificava sempre era il giovane aviatore, Laurence. Lui era sempre così gentile… a volte veniva a passeggiare con me. Mi raccontava della sua Emma, del loro grande amore… un amore clandestino, proibito… eppure così romantico… molto simile a quello dei miei libri. Mi raccontava dei balli cui prendevano parte, della loro vita di società… lei, la sua Emma, era una donna importante, o meglio, moglie di un uomo importante…

Quegli spettri erravano sospesi fra ricordi e illusioni, affamati di tutto ciò che riusciva a scuotere il torpore e farli sentire ancora vivi.

C’erano poi delle notti speciali, le notti in cui la luna brillava completa nel cielo. Era nelle notti di luna piena che gli umani, attenti e sensibili, potevano vedere le nostre ombre… mi piacevano le notti di luna piena… il direttore Mascarat aspettava sempre con ansia queste notti, sperava di poter spaventare gli umani e tenerli lontani da questo nostro angolo. Già un paio di volte erano venuti nell’hotel degli uomini. Volevano vendere questo posto, forse farlo tornare ai fasti di una volta. Speravo che lo avrebbero fatto presto, almeno avremmo avuto qualcosa da fare per rendere meno monotone le nostre giornate, ma ero l’unica a pensarla così… gli altri, a cominciare dal vecchio burbero col bastone, quel dannato Virgo, non volevano nessuno qui. Anche io ero stata accettata a fatica… Virgo mi metteva paura, aveva occhi cattivi, malvagi… Oh, certo eravamo fantasmi, ma mica dovevamo essere tutti cattivi…
Quella mattina volavo tra i vialetti, erano diversi, erano più incantevoli del solito perché ricoperti di neve… c’era un’atmosfera diversa…

Il direttore richiamò l’attenzione generale con un battito di mani. “Signori, ero certo che la prima neve ci avrebbe destati dal triste torpore. Propongo di festeggiare tutti insieme la ritrovata armonia nella nostra casa.”

E, mentre mi perdevo nella soffice neve, avvertii rumori nuovi… non riuscivo a capire bene cosa fossero quei suoni, poi notai due grosse automobili… si erano fermate davanti al portone del Grand Hotel. Svaporai in fretta e mi ritrovai vicino ai miei compagni spettri… osservammo alcune figure entrare e sentimmo delle parole che ci misero in allarme…

“Siamo alla ricerca di fantasmi. […] Ci serve un luogo che sia carico di energia… e speriamo che la fama del Grand Hotel non ci deluda. Ora fate silenzio e concentratevi.”

Bene!!! Quella giornata era davvero speciale… qualcosa presto sarebbe cambiato… io non vedevo l’ora!

Il vecchio Grand Hotel Bluemillion sembrava appena uscito da una macchina del tempo. Le tappezzerie scrostate e i tendaggi nei saloni erano tornati agli antichi fasti e gli oltre trent’anni di abbandono apparivano come un ricordo lontano.

Dopo quel giorno innevato, il Grand Hotel era tornato a vivere, era diventato una scuola!!! Ero sicura che da questo momento le mie giornate non sarebbero state più così vuote… nuovi luoghi da scoprire, e poi… i ragazzi mi piacevano, ci si divertiva sempre quando in giro c’erano degli adolescenti…

Ma le giornate degli studenti della SAM le lascio scoprire a voi tra le pagine di questo bel libro…




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